Prendete una ragazza normale, che vive in una città di provincia
dove non succede mai nulla con la passione per il disegno e i cartoni animati e
mettetela davanti a due animatori Pixar come Andrew Gordon e Ricky Nierva
e ad un buffet gratis. Risultato: sindrome di Stendhal.
la faccia era così, lo giuro
Quello che ho vissuto in questi due giorni di Masterclass
della Pixar è stato indescrivibile.
Ma partiamo dall’inizio.
Ho scoperto tramite una ragazza su Facebook (a volte questi
social network sono utili) che due artisti della Pixar sarebbero venuti in
Italia a fare delle lezioni. Non solo in Italia, ma a Roma. Di soldi non ne
parliamo, ma una bella cifra. Come l’ho pagato, beh, dietro non c’è niente di
nobile, una parte dei soldi che avevo messo via per comprarmi la Intuos
(tavoletta grafica) sono andati a finire dritti dritti nella Masterclass,
insieme a quelli dei miei (poveri) genitori. Tutto perché queste sono occasioni
che capitano solo una volta nella vita (o almeno è quello che mi sono detta per
sborsare una simile cifra in tempi di crisi).
Il primo giorno (il 5 luglio 2013) della Masterclass è stato
dedicato all’animazione. A raccontarci le tecniche di cui si avvale la Pixar è
stato Andrew Gordon. Con una semplicità ed una naturalezza ci ha raccontato dei
metodi di lavoro dietro i cartoni (splendidi) della Pixar, la cura che mettono
in ogni singolo dettaglio che li fa essere dei grandi. Gordon
trasudava passione e bravura, e non si era creato quel distacco maestro –
alunno. Dopo un’ora di spiegazione circa, eravamo entrati nel fantastico mondo
dell’animazione Pixar. Ed è stato in quel momento che la mia invidia è arrivata
alle stelle, quando ci ha spiegato come lavorano, visto che sono un team affiatato che si vuole bene, dove i meriti
vengono spartiti e non ci si mette i piedi in testa a vicenda (paura, eh?).
Il secondo giorno era il MIO giorno. Ricky Nierva ci ha
parlato di Character Design, ciò che più amo, e , si , allora veramente stavo
vivendo un sogno. Durante la lezione abbiamo fatto degli esercizi:
disegnare all'interno di figure geometriche
disegna il tuo vicino: Alessandra al centro, in alto a destra Marco e il simpatico ragazzo sorridente è Nierva
disegna alcune persone messe in fila davanti a te
Mi sono sentita felice come non succedeva da tempo. Figuratevi il mio entusiamo dopo questo:
"Ehi Mr Nierva, du for mi a littol schec, plis"
Ormai siamo a fine luglio, ci ho messo parecchio tempo per
scrivere questo post. Il motivo è questo: dopo un'esperienza del genere tornare alla vita vera è stato un trauma. Ho passato giorni
tra l’euforia e la depressione.
E’interessante la realtà? No.
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