giovedì 31 ottobre 2013

Trasloco (Gazebo Penguins)

Durante questa mite estate ho disegnato alcuni frame del nuovo video dei Gazebo Penguins 'Trasloco'.

Anche se per mezzo secondo ci sono (sono anche tra i credits all'inizio del video).

Il video a questo link.

Qui sotto i disegni.






Tutte le immagini riprodotte sono di proprietà dell'autore. Tutti i diritti riservati. E' vietata la riproduzione

venerdì 11 ottobre 2013

Lullaby

Succede a volte che mentre metti a posto ritrovi qualcosa.

Oggi mentre preparavo la valigia ho ritrovato queste due tavole. 

Ci si vergogna di molte cose nella vita, ma di una non te ne liberi: la tavola dello School book al terzo anno di Scuola Romana dei Fumetti.

Tutti gli allievi entrano in crisi, e passano tutto il terzo anno a chiedersi: "Cosa cavolo metterò in UNA SOLA TAVOLA? Sarà la prima cosa pubblicata, i nuovi allievi apriranno i vecchi School book  E VEDRANNO PER SEMPRE LA MIA TAVOLA, aaaaaaaaah!".

Niente, invitabilmente fai del tuo meglio in quel momento. Ma se per caso ti ricapita di riaprilo un anno dopo, per dire, vieni divorato dalla vergogna "MA VERAMENTE DISEGNAVO COSì???PUAH!".

E questa sensazione di inadeguatezza  ti si appiccica addosso per sempre, è una regola.

Allora io un anno dopo, presa dalla vergogna, ho ridisegnato la mia tavola dello School book, aggiungendone anche una seconda.

All'epoca adoravo i Cure.

(Robert Smith ti amo ancora, non temere)

Mi piace notare che nel 2010 ancora non conoscevo Fotosciop.

E poi che vi devo dire, io mi vergogno anche di queste.


giovedì 3 ottobre 2013

Les Amants réguliers



Voglio imparare il francese. L’ho deciso mentre mi rasavo le ascelle l’altro giorno.

È che vorrei andare al festival di Angouleme un giorno, ed insomma, non vorrei trovarmi impreparata. Voglio capire bene gli insulti che mi tireranno dietro, tutto qui.

Sto imparando (?) in questo modo: video tutorial su You Tube (sto ai saluti, livello 1) e guardando i film francesi (con i sottotitoli in inglese).

Il mio rapporto è sempre stato un po’ controverso con il cinema francese. Diciamo che l’ho sempre odiato. Questo odio me lo sono portato dietro dall’università. Durante la mia vecchia vita da studentessa universitaria ho conosciuto parecchie persone che studiavano cinema. La maggior parte di loro oltre a disprezzare ogni film uscito dopo il ‘78, aveva come mito la Nouvelle Vague.

“Godard, Godard! Tu devi vedere Godard!” mi dicevano. “Ma io non ho visto nulla di nulla di questo Godard.....Però ieri ho visto la trilogia de “La rivincita dei Nerds”, ce l’avete presente? Eh?”. A quel punto oltre a guardarmi molto male venivo esclusa da ogni discussione sui membri dei Cahiers du Cinéma e soprattutto su un film che loro reputavano il capolavoro assoluto,“Fino all’ultimo respiro” ( “A Bout de souffle” en francais).

Visto che mi sentivo inferiore agli altri per questa mia mancanza (quando si parla di film e ce n’è uno che non ho visto, do di matto), sono tornata a casa e mi sono scaricata questo “Fino all’ultimo respiro”. 

E l’ho visto.

Orribile. Cioè, noioso a mille. Però ho apprezzato due cose: la prima, il naso di Jean Paul Belmondo, la seconda, il fatto che per mezzo film parla con la sigaretta in bocca e NON CADE MAI.

 
Ma come cavolo fai?


E ho continuato ad odiare la Nouvelle Vague per parecchio tempo, diciamo finché ho dovuto sostenere l’esame di cinema. 

Studiandola approfonditamente per mia sorpresa, la Nouvelle Vague non era solo “Fino all’ultimo respiro”. Ma c’era anche quel genio meraviglioso di Francois Truffaut, per esempio.
E poi ho imparato una lezione che negli anni avevo dimenticato. Le opere d’arte e i film, in questo caso, vanno contestualizzati prima di essere giudicati ( il giudizio estetico alla fine, maledizione!). Il ruolo di “Fino all’ultimo respiro” all’interno della storia del cinema è stato epocale in termini di distruzione della narrazione, di modo di girare, di messa in discussione dell’idea stessa di cinema. E ho capito perché i miei amici che studiavano cinema lo adoravano. Insomma, avevo capito finalmente l’importanza di quella pellicola.

Rimane il fatto però, che, anche se rivisto con occhi diversi, a me fa ancora cagare.



"Les amants réguliers" è un titolo rubato ad un film di Philippe Garrel.