Voglio imparare il francese. L’ho
deciso mentre mi rasavo le ascelle l’altro giorno.
È che vorrei andare al festival
di Angouleme un giorno, ed insomma, non vorrei trovarmi impreparata. Voglio
capire bene gli insulti che mi tireranno dietro, tutto qui.
Sto imparando (?) in questo modo:
video tutorial su You Tube (sto ai saluti, livello 1) e guardando i film
francesi (con i sottotitoli in inglese).
Il mio rapporto è sempre stato un
po’ controverso con il cinema francese. Diciamo che l’ho sempre odiato. Questo
odio me lo sono portato dietro dall’università. Durante la mia vecchia vita da
studentessa universitaria ho conosciuto parecchie persone che studiavano
cinema. La maggior parte di loro oltre a disprezzare ogni film uscito dopo il ‘78,
aveva come mito la Nouvelle Vague.
“Godard, Godard! Tu devi vedere
Godard!” mi dicevano. “Ma io non ho visto nulla di nulla di questo Godard.....Però
ieri ho visto la trilogia de “
La rivincita dei Nerds”, ce l’avete presente?
Eh?”. A quel punto oltre a guardarmi molto male venivo esclusa da ogni
discussione sui membri dei Cahiers du Cinéma e soprattutto su un film che loro
reputavano il capolavoro assoluto,“Fino all’ultimo respiro” ( “A Bout de
souffle” en francais).
Visto che mi sentivo inferiore
agli altri per questa mia mancanza (quando si parla di film e ce n’è
uno che non ho visto, do di matto), sono tornata a casa e mi sono scaricata questo “Fino
all’ultimo respiro”.
E l’ho visto.
Orribile. Cioè, noioso a mille.
Però ho apprezzato due cose: la prima, il naso di Jean Paul Belmondo, la
seconda, il fatto che per mezzo film parla con la sigaretta in bocca e NON CADE
MAI.
Ma come cavolo fai?
E ho continuato ad odiare la Nouvelle
Vague per parecchio tempo, diciamo finché ho dovuto sostenere l’esame di
cinema.
Studiandola approfonditamente per
mia sorpresa, la Nouvelle Vague non era solo “Fino all’ultimo respiro”. Ma c’era
anche quel genio meraviglioso di
Francois Truffaut, per esempio.
E poi ho imparato una lezione che
negli anni avevo dimenticato. Le opere d’arte e i film, in questo caso, vanno
contestualizzati prima di essere giudicati ( il giudizio estetico alla fine,
maledizione!). Il ruolo di “Fino all’ultimo respiro” all’interno della
storia del cinema è stato epocale in termini di distruzione della narrazione,
di modo di girare, di messa in discussione dell’idea stessa di cinema. E ho
capito perché i miei amici che studiavano cinema lo adoravano. Insomma, avevo
capito finalmente l’importanza di quella pellicola.
Rimane il fatto però, che, anche
se rivisto con occhi diversi, a me fa ancora cagare.